Il seme sotto la neve (Nuova edizione) by Ignazio Silone

Il seme sotto la neve (Nuova edizione) by Ignazio Silone

autore:Ignazio Silone [Silone, Ignazio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


XV

«Mi dispiace, cavaliere» dice mastro Eutimio, «ma la vostra richiesta, v’assicuro, sorpassa le mie capacità. Non so se ve l’hanno già detto che io sono un modesto falegname piuttosto all’antica.»

Mastro Eutimio sorride garbatamente per scusarsi e togliere al rifiuto ogni ruvidezza; egli ammette di essere “piuttosto all’antica” con la voce rassegnata di chi confessa un’infermità ormai cronica e invoca un po’ di riguardo.

«Non è cattiva voglia» egli s’affretta ad aggiungere. «Per l’amore di Dio, non mi fraintendete. Ma, nonostante la mia migliore volontà di servirvi, se devo dire la verità, non saprei proprio come mettere mano alla vostra ordinazione. Sono un falegname piuttosto all’antica e riesco a fare solo il poco imparato da ragazzo, le solite cose semplici pratiche.»

Sul vano della porta della sua bottega di falegname mastro Eutimio si sforza di convincere don Marcantonio della propria incapacità di apportare, alla croce già terminata per incarico della parrocchia, le modificazioni e aggiunte ch’egli è venuto a chiedergli per adattarla alle liturgie della nuova eloquenza. Mastro Eutimio indossa, sul suo vestito abituale, una tuta verdognola da lavoro, di stoffa ruvida e taglio grossolano, e sembra un vecchio tronco d’albero da frutta passato al solfato di rame, un albero annoso e ancora fruttifero, ben protetto contro le malattie stagionali; in cima al vecchio tronco i suoi occhietti chiari spiccano come due germogli primaverili. Ma sulla testa ossuta e nodosa, la capigliatura corta e la barba d’una settimana possono far pensare anche a due campi di stoppa; per vari riguardi, a due magri duri campicelli di montagna; a cavalcioni d’un orecchio tiene una matita rossa e sull’altro mezzo sigaro spento.

Accanto a lui si pavoneggia don Marcantonio che i tacchi di gomma fanno sembrare più alto. Egli ascolta il falegname in silenzio, con un risolino d’autorevole compassione.

«Mi dispiace molto, cavaliere, ma non posso» si scusa ancora mastro Eutimio restituendogli in modo affabile e cortese un foglio di carta con l’abbozzo della croce-littoria. «Ogni creatura fa quel che può e non servirebbe a nulla di chiedere la cera alla vite, all’ape il vino.»

Tra la bottega e la strada c’è un piccolo spiazzo dove mastro Eutimio lavora quando il bel tempo glielo permette, e che stamane egli ha già liberato dalla molta neve caduta durante la notte, facendone tre mucchi al margine della strada.

A un lato della porta, contro il muro grigio, si appoggia e tiene allargate le sue braccia poderose la grande e pesante croce di quercia passata al catrame. Benché la croce domini interamente la casetta a un solo piano, tuttavia non dà l’impressione d’opprimerla o di schiacciarla, ma piuttosto di sorreggerla. Al lato opposto, su due cavalletti di legno, è posata una madia nuova, appena terminata e ancora odorosa d’abete, alla quale manca solo la verniciatura. È una madia comune, con una credenza a due tiretti nel piano inferiore; su uno dei tiretti è rozzamente incisa la luna crescente, sull’altro il sole raggiante.

«Con vostra licenza» il falegname si scusa indicando il lavoro che l’attende, e si china per accendere un focherello di trucioli e schiappe sotto la pentola dell’olio di lino.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.